Salerno 25 Febbraio 2020. Disabilità e chiesa incontro con suor Veronica Amata Donatello a cura di Anna Varricchio. Martedì 25 Febbraio, alle ore 9.30, presso il Seminario Metropolitano “Giovanni Paolo II” in Pontecagnano Faiano si è svolto il ritiro del Clero con un intervento tenuto da Suor Veronica Amata Donatello, responsabile dell’Ufficio nazionale per la Catechesi delle persone disabili. Il ritiro vista l’importanza del tema è stato aperto anche ai laici, in particolare agli insegnanti di religione e ai catechisti parrocchiali.
Di seguito una breve sintesi dell’incontro.
Il titolo scelto per la catechesi è stato “la disabilità e la Chiesa”. Una catechesi “toccante”, oltre che interessante, che vedeva la relatrice, suor Veronica, coinvolta in prima persona, perché figlia e sorella di diversamente abili. Dapprima suor Veronica ci ha invitati a considerare che circa il 15% della popolazione è costituita da persone che vivono e sorridono alla vita avendo delle disabilità. Per nascita o per infortuni sul lavoro… “gente invisibile”, costretta a vivere nella solitudine e considerata “a fatica persona”. Suor Veronica ha sottolineato che la Chiesa “per essere credibile” è chiamata ad “essere ponte” per includere tali persone nella società. Essa non deve adeguarsi alla cultura emergente che, come viene definita da Papa Bergoglio, è la “cultura dello scarto”. E’ questa la sfida che dobbiamo cogliere e vincere. Suor Veronica si è poi soffermata su 3 tipologie di pregiudizi che fungono da vere e proprie “barriere” per una logica integrazione.
1) IL PREGIUDIZIO COGNITIVO
Il disabile viene visto come “oggetto di cura” non come “soggetto”, non come persona che ha la sua dignità, e la disabilità viene erroneamente intesa come una “colpa, un castigo”. La domanda che il disabile è indotto a porsi è: “che male ho fatto? Quale è il mio peccato?”. La sofferenza viene vissuta nella sua accezione negativa, come una maledizione, mentre noi dovremmo vederli come “manifesta opera dell’Amore di Dio”. A lui bisogno lasciare i propri spazi; di sviluppare i talenti; di crescere armoniosamente e serenamente nella fede. Se consideriamo poi l’ignoranza circa le varie tipologia di disabilità, la situazione non può che complicarsi.
2) IL PREGIUDIZIO RELIGIOSO
Ci sono domande come: “il disabile è un angelo?” Può peccare? Può ricevere i Sacramenti?” E ancora: “Ha in sé una dimensione spirituale? E fino a che punto?” Ancora una volta non lo si considera come una persona uguale alle altre.
3) IL PREGIUDIZIO COMUNITARIO
“O tutti o nessuno.” O la Chiesa accoglie tutti o è bene che chiuda.” (Papa Bergoglio). Noi come Chiesa siamo chiamati ad accogliere tutti; a “stare con…”; “Essere presenza”; “ascoltare il grido silenzioso di aiuto, di soccorso degli ultimi. E’ quello che ha fatto Gesù. E’ quello che Lui ci indica di fare: “Missione, si, ma partendo dagli ultimi!”